martedì 11 febbraio 2014

PARTIRE E': FREDDO

Sono arrivata in Belgio a settembre abituata all'estate italiana, quando passavo le giornate fuori in braghini e canottiera ed era sempre troppo caldo, poi arrivava la sera e ti dovevi mettere il chiodo di pelle, ed era sempre troppo freddo. Era settembre quando ho capito una cosa: non è mai troppo caldo. Me lo ricordano le mie labbra spaccate e sanguinanti, l'altro giorno un signore mi ha fermato per strada e mi ha chiesto se volessi il contatto di un buon esorcista, o anche le mie mani che il gelo, in combo con il detersivo per i piatti, ha fatto diventare come quelle di una massaia novantenne che si ritrova a dover fare i conti con il tempo.
Ora, sicuramente la mia vita sarebbe più facile con un burrocacao e un bel paio di guanti con il pellicciotto che Greenpeace è già pronta alla denuncia MA: la mia capacità di perdere le cose ha sempre avuto il sopravvento sull'organizzazione e questa è una costante della mia vita più scomoda di ogni k o pi greco che voi abbiate mai avuto l'onore di utilizzare in matematica, non ci posso fare niente, sono nata disordinata e sbadata, è colpa della genetica.
Dopo aver perso due paia di guanti in una settimana, un paio di guanti per la vaisselle, un burrocacao portato qui dall'Italia e un altro comprato, l'antigelo per i vetri della macchina, che non si sa mai possa tornare utile...ho rinunciato al mio benessere e sono pronta per affrontare le prossime audizioni per "The Walking Dead", sbaragliando la concorrenza.
In realtà non è tanto il gelo o il freddo in se, non è la pioggia che mi avevano promesso o i quintali di neve che ancora per fortuna non si sono visti. E' il vento, quell'infame, il vero disagio. E' un vento gelido di quelli che fanno cadere i vecchietti per la strada e una volta ho rischiato anch'io. Ti fa mettere gli occhiali da sole anche quando il sole non c'è perché se no ti entrano tonnellate di polvere negli occhi e arrivi dove devi arrivare che sembri uscita dal funerale del gatto, ti fa passare la voglia di uscire e ti fa un po' stare antipatica questa città. Così mi trovo rintanata in casa, con una coperta di pile sulle spalle e le scorte di cibo in scatola pronte, non si sa mai. Vivo in inverno da ormai cinque mesi e mezzo e continuo a chiedermi come sarà la primavera, se esiste veramente o se è tutta un'invenzione di noi meridionali e qui nemmeno sanno cosa significhi.
Tuttavia c'è anche un altro tipo di freddo qui, un po' diverso, di quelli che nemmeno il trapuntone vinto coi punti Coop ti salva.
Quando te ne vai lasci indietro un po' di cose e di persone. Lasci i genitori, la sorella, la nonna e il cane che ti faceva le feste quando tornavi dalle peggio serate alle 4 di mattina, lasci gli amici delle peggio serate fino alle 4 di mattina, lasci le amiche con le quali invece bastava sedersi al bar per fare due chiacchiere e deprimersi un po' e tirarsi su alla grande subito dopo. Lasci la pallavolo, l'operazione al ginocchio e la fatica fatta per ricominciare, la partite vinte, quelle perse e le tue compagne di squadra. Via, tutto messo da parte in qualche posto dentro, ben sigillato, che non si perda niente.
All'inizio mi è sembrata una cosa tristissima dover rifare tutto da capo e lasciare andare quella che è stata "routine" per vent'anni, ora mi viene naturale.
La malinconia e la mancanza sono cose normali ma quando parti lo fai con la consapevolezza che ogni volta che passerai da casa sarà la festa, e quando tornerai sarà una festa ancora più grande, pranzi e cene da sette portate con sorbettino digerente a metà e carrellata di dolci alla fine. Quindi partire mi ha trasformata in una persona un po' più fredda, soprattutto dopo qualche mese, quando alla malinconia fai l'abitudine e riesci a pensare ad amici e famiglia senza magone. Il distacco ci serve e ci fa crescere, ci permette di fare nuove esperienze, incontrare nuove persone e creare qualcosa con loro.
Non si può dire che la distanza non cambi i rapporti, questo non sarebbe vero e chiunque dica il contrario probabilmente non è mai stato a più di un chilometro da casa. I rapporti cambiano, la quotidianità cambia ed è difficile rimanere legati come quando si vive praticamente insieme, questo a volte mi rattrista. Poi però penso che sia la normalità, che è difficile curare un'amicizia quando ci sono più di mille chilometri in mezzo e l'unico modo per vedersi è Skype, ma non impossibile, chi ha voglia di restare resta e chi ha voglia di aspettarti ti aspetta e capisce.
All'inizio credevo che partendo avrei come "congelato" il tempo a casa, sbagliavo. Le cose succedono e molte non le vivrò poiché sono lontana. Probabilmente non vedrò nascere mia cugina, nemmeno sarò a casa per vedere l'esame di maturità di mia sorella e non sarò presente quando quell'amica avrà bisogno di un abbraccio, ma è il prezzo da pagare per realizzare quello che è sempre stato un mio piccolo sogno, non lo pago volentieri e mi sento un po' egoista, ma sono più grande di quando sono partita e comincio a capire che le cose vanno così, cambiano, ma sicuramente a tutto questo riuscirò a trovare un riscontro positivo.
Per quanto mi manchi casa mia, qualcuno che mi faccia trovare sempre i vestiti stirati, qualcuno con cui confidarmi e che si confidi con me..credo che staccarmi sia stata la migliore scelta della mia vita e che l'indipendenza, sotto ogni punto di vista, sia la più bella fortuna che una persona possa coltivare.
E quanta altra gente si conosce! Gente diversa dagli amici, ma con un sacco di cose da raccontare, e culture e pensieri che si dissociano da quello che era la vostra abitudine.
Ora conto per lo più su di me, anche se sono il solito disastro in cucina e ancora non ho ben chiaro come far partire la lavatrice (il procedimento è sempre mettere dentro tutto insieme con un foglio di Acchiappacolore Grey e dire cento Ave Maria inginocchiati sui ceci, confermate?), ed è bello!
Quindi, consiglio del giorno: andate, separatevi, lasciate a casa qualcuno di fidato ad aspettarvi e a fare la guardia alla vostra auto e ai vestiti che avete lasciato nell'armadio, il cane non vale. Conoscete altra gente, raffreddatevi ma copritevi che qui farsi curare è una cosa complessa e non dimenticatevi a casa l'Aspirina e l'Oki, saranno vostri grandi amici e alleati per tutta la vacanza.

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