Nel mio vagare su Internet proprio
prima mi sono imbattuta in un articolo che mi ha fatto riflettere,
precisamente questo:
Bello il paragone vita-zaino, mi sono
chiesta e io? Cosa metterei nel mio e cosa un po' ho già messo?
Ho pensato prima alle cose pratiche, e
se è vero che uno zaino non può contenerne tante, ho provato a
sceglierne tre delle quali non potrei fare a meno e allora, il
primato dell'indispensabilità io lo conferisco a...rullo di
tamburi...un maglione caldo anti-ipotermia.
Sembra banale la cosa ma non per me,
che quando arrivo a 36 gradi faccio festa e soffro il freddo più di
ogni cosa, quindi decisamente indispensabile. Magari uno di quelli
fatti con i ferri che solo a guardarli ti ricordano casa.
Metterei nel mio zaino anche la
macchina fotografica, anche se è ingombrante, perché mi rendo conto
che ogni volta che non la porto con me mi imbatto in qualcosa che
vorrei immortalare e perché è una passione alla quale non vorrei
dover rinunciare, quindi largo alla Nikon e spazio alla creatività.
Poi metterei anche una stecca di
cioccolata Novi al latte, quella che mia nonna mi comprava al Conad e
nascondeva in un posto segreto solo per me, ma in realtà tutti
sapevano benissimo dove stava. Me la porterei dietro perché è
terapeutica, per i momenti di sconforto e anche e sopratutto per
festeggiare i momenti felici. Facciamo che me ne porto dietro due,
non si sa mai che la prima finisca.
Nell'articolo che ho linkato lo zaino
viene paragonato alla vita, è questa la cosa interessante. Allora
quali sono le tre cose con cui dovrei riempire il mio “zaino” per
vivere serena? Questa è una cosa già un po' più complessa.
Quando sono partita mi sono portata dietro un sacco di patemi, paure, problemi, pensieri e gente che non volevo portare con me. Tutte queste sono le cose che lascerei a casa e che sto provando ad abbandonare per strada perché che cosa me ne faccio io della paura? E dei patemi? Un bel niente, zero, uovo.
E allora metto nel mio zaino il pensiero positivo e i sorrisi, perché se c'è una cosa che sto imparando è che tutto può sempre migliorare se impariamo a cogliere le occasioni e non ci facciamo vincere dall'ansia, e che saper sorridere e fare sorridere è una qualità mica di tutti.
Quando sono partita mi sono portata dietro un sacco di patemi, paure, problemi, pensieri e gente che non volevo portare con me. Tutte queste sono le cose che lascerei a casa e che sto provando ad abbandonare per strada perché che cosa me ne faccio io della paura? E dei patemi? Un bel niente, zero, uovo.
E allora metto nel mio zaino il pensiero positivo e i sorrisi, perché se c'è una cosa che sto imparando è che tutto può sempre migliorare se impariamo a cogliere le occasioni e non ci facciamo vincere dall'ansia, e che saper sorridere e fare sorridere è una qualità mica di tutti.
Un'altra cosa che metto nel mio zaino è
la razionalità e la capacità di fare delle scelte. Prendere delle
decisioni per me è sempre stata un'ossessione, odio pianificare,
odio decidere e odio addirittura andare a fare la spesa perché ci
metto sempre un secolo per decidere quale carne prendere. Però per
crescere mi tocca, in questo periodo più che in altri, e allora
voglio essere capace di fare le scelte giuste per il mio futuro e
anche per il mio presente.
L'ultima cosa, vediamo, è difficile.
Ci metterei la mancanza di casa, ma non la nostalgia. Allora spazio
ai ricordi, ai profumi e alle telefonate su Skype, così da non
scordarmi che un posto dove tornare ce l'ho sempre e che quindi posso
andare avanti tranquilla.
Bene, mi sembra ci sia tutto e questo tutto è sicuramente troppo poco.
Bene, mi sembra ci sia tutto e questo tutto è sicuramente troppo poco.
Dopo questo enorme sforzo mentale posso
andare a fare la mia classica pennichella pomeridiana, quella non ho
bisogno di portarmela dietro, mi segue da sola.